E3 Harelbeke 2019, critiche per il poster sessista: l’UCI minaccia provvedimenti legali
L’E3 Harelbeke finisce ancora al centro di polemiche per un poster. La classica belga, in programma venerdì 29 marzo, ha infatti pubblicizzato l’evento con un manifesto che ha provocato diverse discussioni. L’immagine raffigura due donne avvinghiate, completamente nude ma con la pelle coperta dal body painting, i cui corpi concorrono a formare la figura di una rana. La campagna è completata dalla scritta: “Chi si incoronerà principe ad Harelbeke?”. Un’idea che non è piaciuta a diversi utenti sui social network, che hanno accusato di sessismo gli organizzatori della corsa per il loro utilizzo dell’immagine femminile.
Anche l’UCI ha deciso di prendere posizione, pubblicando ieri sera un comunicato stampa in cui si invita la direzione dell’evento a rimuovere il poster da tutti i luoghi in cui è stato pubblicato: “L’UCI respinge e disapprova fortemente la scelta fatta dagli organizzatori dell’E3 BinckBank Classic, un evento del calendario UCI WorldTour (il più alto livello di competizione), per la sua promozione dell’edizione 2019. L’UCI è già intervenuta in diverse occasioni in passato per ricordare agli organizzatori della corsa le loro responsabilità nel rispetto dell’immagine del ciclismo veicolata dalle sue campagne di comunicazione”.
Il riferimento è in particolare all’edizione del 2015, quando il manifesto di promozione della corsa riportava un ciclista in procinto di afferrare il fondoschiena di una donna. All’epoca il poster fu rimosso, con l’UCI che rilasciò un comunicato in cui si affermava l’insoddisfazione dell’organizzazione ciclistica per la campagna promozionale. La classica belga non è nuova a slogan al limite per pubblicizzarsi. Nel 2016, il manifesto riportava un prete con la scritta: “Il ciclismo è sacro, vincere è solenne”, mentre nel 2017 la scelta ricadde su un bebè ricoperto di tatuaggi, tra cui spiccava “Ribelle di mamma”. L’anno scorso toccò invece al cowboy circondato da donne vestite in abiti da cowgirl con il claim “Chi sarà lo sceriffo del Texas delle Fiandre?”.
Il comunicato UCI si conclude con la minaccia di proseguire con azioni legali, qualora il poster non venisse rimosso: “L’UCI ha combattuto per diversi anni per promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne nel ciclismo attraverso diverse iniziative per arrivare a una parità nell’amministrazione dell’UCI e nelle cerimonie del podio, anche con diversi documenti che pretendevano il rispetto di principi etici per tutti coloro che lavorano con squadre UCI. In virtù di ciò, l’UCI ha richiesto agli organizzatori dell’E3 BinckBank Classic di cancellare il proprio poster da tutti i suoi canali di comunicazione ufficiali in cui appare. Nel caso in cui questo non avverrà, l’UCI considererà di intraprendere procedimenti legali con i propri avvocati“.
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